CSI - Centro Sportivo Italiano - Comitato di Parma

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SC Parma

La parola al Presidente, Giuseppe Rivara

Come state vivendo questo momento di inattività?
Molto male perché venendo a mancare il rapporto personale con le ragazze e dovendosi limitare a contatti in video o tramite chat, l’aspetto relazionale per noi fondamentale, ne risente.


In che modo siete rimaste in contatto con le vostre atlete?
Gli unici metodi che abbiamo usato sono le telefonate e i messaggi whatsApp ma troviamo sia un mezzo molto freddo e poco costruttivo, che non coinvolge a sufficienza, e questo ci fa sentire le nostre ragazze molto lontane.


Avete organizzato allenamenti o incontri online? Se si come stanno andando?
No, ma noi siamo stati fortunati perché molte nostre atlete sono tesserate anche in Fipav, quindi possono allenarsi in palestra regolarmente. La presenza, tuttavia, è molto ridotta a causa dei divieti dei genitori e della paura Covid, nonostante la nostra società assicurari che tutti i protocolli (controllo temperatura, lavaggio mani, disinfettazione dei palloni, distanziamento sociale e altro) vengano seguiti scrupolosamente. 


Quali sono le vostre preoccupazioni attuali e per il futuro?
Le prospettive future non sono rosee, molte ragazze hanno smesso di frequentare la palestra per paura o altri motivi legati alla pandemia e questo fa sì che non si possano realizzare i corsi di apprendimento alla pallavolo. Se si abbandona la frequenza dopo un po’ ci si dimentica anche della bellezza dello sport e questo in prospettiva è sicuramente preoccupante. L’unico modo per recuperare atlete è fare incontri nelle scuole elementari con i nostri istruttori qualificati, per far apprendere le basi del gioco della pallavolo ed invogliare i ragazzi/e ad iscriversi e partecipare attivamente alla programmazione sportiva della società.


Come immaginate la ripartenza?
Speriamo che il Covid-19 sia debellato, con il vaccino, e che si ritorni alla solita vita in palestra fatta di allenamenti, tornei e manifestazioni. Se non si dovesse arrivare in tempi brevi alla fine della pandemia, per quanto riguarda la pallavolo, che è considerato uno sport non di contatto, proporrei di giocare mantenendo la distanza, eliminando il muro. 
Un altro problema da risolvere è come sostenere economicamente le società sportive in questo momento, che faticano ad andare avanti senza sponsor e non percependo nemmeno le quote associative per i corsi di avviamento. Queste sono le sole fonti di sostegno oltre agli interventi personali dei dirigenti volontari. Servirebbe quindi un aiuto comunale, regionale e statale, magari con prestiti sia a fondo perduto sia a rimborso con tassi interessi molto bassi, da restituire in un periodo futuro migliore.

 

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