CSI - Centro Sportivo Italiano - Comitato di Parma

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La parola al Presidente, Luigi Mavilla

Come state vivendo questo momento di inattività?
Con incertezza e preoccupazione ma sempre al lavoro per essere pronti al ritorno al normale svolgimento delle attività. Anche se l’Audace non è rimasta mai inattiva, certamente il momento storico è molto duro, soprattutto per chi come noi persegue non solo un obiettivo sportivo e agonistico, ma anche sociale, attraverso cui far divertire, giocare e stare insieme ragazzi e bambini.


In che modo siete rimasti in contatto con i vostri atleti?
In ogni modalità che via via si è resa possibile, sia tenendo allenamenti e incontri dello staff nel rispetto delle norme di prevenzione, sia trasferendoli sulle piattaforme online. Sempre online abbiamo tenuto incontri per dirigenti, allenatori, atleti e genitori con una nutrizionista e una psicologa e fatto didattica sulle regole e comportamenti che uno sportivo deve promuovere e rispettare e su norme e regolamenti.


Avete organizzato allenamenti o incontri on line? Se sì come sono o come stanno andando?
Sì, durante tutti i periodi in cui non era consentito svolgere attività sul campo abbiamo organizzato sedute di allenamento online, sia per mantenere attivi gli atleti, sia per tenere uniti i gruppi squadra e non disperdere il senso di appartenenza e di team. Durante il lockdown abbiamo aperto un canale YouTube e una pagina Web sui quali sono state pubblicate proposte di allenamento individuale realizzate dai nostri tecnici da svolgere presso il proprio domicilio, raccogliendo e condividendo poi anche i video dei piccoli e grandi atleti.
Da fine maggio 2020 abbiamo ripreso gli allenamenti individuali e poi con distanziamento, disputato i primi tornei, iniziato alcuni campionati, avviato un camp estivo e attività di intrattenimento mutuate anche da altri sport. Ad oggi stiamo svolgendo attività di allenamento applicando nuovamente i protocolli con distanziamento ammessi.


Quali sono le vostre preoccupazioni attuali e per il futuro?
Il primo è che gli atleti, soprattutto adolescenti, possano progressivamente perdere stimoli ed entusiasmo a fronte di un’attività svolta con le tante limitazioni introdotte. Il secondo riguarda l’approccio che tutti avremo al ritorno alla normalità a fronte del rischio che il periodo trascorso abbia favorito l’insorgere di paure e timori bloccanti dal punto di vista emotivo e sociale. A queste preoccupazioni sono collegate quelle economico-finanziarie, visto che con lo svolgimento di attività ridotta abbiamo avuto solo una lieve riduzione dei costi. Per quanto riguarda le entrate, avendo inoltre scelto di ridurre la quota d’iscrizione per tutti i tesserati della stagione 2019/2020 e mantenerla invariata per i nuovi iscritti alla stagione 2020/2021, viviamo con apprensione il venire meno di quelle relative a eventi sportivi e sociali, sponsorizzazioni e pubblicità, che in assenza di manifestazioni e attività agonistica e sociale, in un quadro macroeconomico generale sicuramente di difficoltà, sono praticamente scomparse. I ristori ed i contributi per i quali la Società è certamente grata e riconoscente, in particolare verso il Comune di Parma, sono una soluzione all’emergenza, ma purtroppo da sola non sufficiente a colmare le perdite da sopportare.


E le speranze?
La speranza, certamente, è che si possa tornare prima possibile a rivivere la positività di uno sport di squadra in tutte le sue componenti, e ritrovare le emozioni date dall’incontro sul campo e fuori dal campo.


Come vi immaginate la ripartenza?
È difficile immaginare una ripartenza delle attività agonistiche immediatamente in condizioni di normalità. Sicuramente però, l’auspicio è che si possa tornare a scendere in campo senza sanificazioni, mascherine, termometri, certificazioni e limitazioni nell’utilizzo degli spogliatoi.
Tutti noi che abbiamo praticato uno sport di squadra conosciamo l’importanza di quelle 4 mura, intorno alle quali sono costruiti il valore e la forza trainante di un gruppo. Immaginiamo quindi di tornare a vedere i bimbi e i ragazzi ridere, concentrarsi, darsi una mano a vicenda e anche, perché no, discutere e confrontarsi.  


Avete suggerimenti da darci?
Sarà fondamentale il supporto che l’Ente potrà dare alle società nella promozione e organizzazione di manifestazioni attraverso cui gli atleti possano tornare in campo. Si dovrebbe cercare inoltre di favorire la possibilità di raccogliere risorse fondamentali per la prosecuzione dell’attività sportiva a favore dei giovani e le loro famiglie e supportare la formazione e la valorizzazione degli aspetti in materia di prevenzione e sicurezza, premiando chi è virtuoso e penalizzando chi trasgredisce.

 

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